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Il cantiere Privilege Yard di Civitavecchia prova nuovamente a cercare un proprietario, dopo che l’asta giudiziaria di giugno è andata deserta. L’appuntamento è fissato per l’8 luglio e il prezzo base è di 59 milioni di euro, ben al di sotto dei 94 richiesti soltanto un mese prima.
Privilege Yard è stata fondata nel 2007 con un capitale sociale di 75 milioni di euro, forniti dalla Ultrapolis 3000 Investment di Singapore tramite la Privilege Fleet Management, rappresentata dall’ex-segretario dell’ONU Javier Perez de Cuellar. Tra i suoi soci spiccavano il sultano del Brunei e Robert Miller, azionista di Louis Vuitton e CNN. A guidare l’azienda c’era Mario La Via, un imprenditore dalla lunga esperienza nel settore dei superyacht che ha lavorato a moltissimi progetti, tra cui l’iconico Nabila (oggi Kingdom 5KR), l’87 metri di Benetti costruito per il magnate Adnan Kashoggi ed uno degli yacht più famosi di tutti i tempi.
Il cantiere è noto alle cronache per la realizzazione del P430, un superyacht da 127 metri che a tuttoggi si presenta come un’opera incompiuta, senza progressi di avanzamento lavori da oltre un anno. La costruzione era iniziata nel 2008 con il sostegno finanziario dell’armatore e di un consorzio formato da cinque banche italiane. Non si sa bene a chi fosse destinato il superyacht, a cui sono state apportate varie modifiche rispetto al progetto di origine. Progettato dal giovane designer marocchino Abdeslam Laraki, avrebbe dovuto essere varato alla fine del 2012. Lusso e innovazione sono in sintesi le caratteristiche del P430. Per tutti i dettagli rimandiamo alla brochure del progetto.
Nel cantiere lavoravano circa 1300 persone, con un portafoglio ordini di 9 yacht di pari livello.
La struttura del cantiere è alquanto anomala. Sorge su un’area priva di accesso diretto al mare, circondata da un binario ferroviario.
Le stranezze non si limitano alla location del complesso. Per finanziare l’impresa erano necessarie un monte di garanzie e mentre Barclays Bank si era dichiarata disposta a offrire una copertura soltanto dopo il varo, sono bastati appena 8 giorni di istruttoria per ottenere nel 2010 un fido di 57 milioni di euro. Privilege Yard è riuscita a ricavare liquidità attraverso una linea di credito da 100 milioni di euro elargita da un consorzio di banche che ha visto la partecipazione di Unicredit, Bpm, Mps service, Intesa e Banca Marche, più Banca Etruria che faceva da capofila. Di questi 100 milioni, 80 sono stati effettivamente erogati, ma mai restituiti. Soltanto Banca Etruria, che già navigava in cattive acque, ci ha rimesso 29 milioni, una perdita sufficiente per determinare il blocco all’erogazione del credito. All’inizio del 2014 è stata annunciata la ripresa dei lavori a seguito dell’erogazione di un finanziamento di 90 milioni di euro da parte del pool di banche italiane coinvolte e della britannica Barclays Bank, ma la costruzione sembra però fermarsi ancora una volta nel marzo dello stesso anno.
Il 22 giugno 2015 il tribunale di Civitavecchia ha dichiarato il fallimento della Privilege Yard, in seguito al mancato pagamento del suo enorme debito di 210 milioni di euro.
L’ultimo capitolo di questa storia è la vendita del cantiere, con la sua superficie di 65.000 metri quadrati, comprensivo del P430. Ma l’asta di giugno è andata deserta. Tra qualche giorno vedremo se ci saranno acquirenti interessati.
Sull’avviso della vendita del cantiere si legge che l’82% dell’importo è sotto copertura finanziaria.
Il P430 ha un valore di 279 milioni di euro, comprensivo di ammodernamenti per oltre 80 milioni di euro.