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Edwin W. Stephan, il visionario fondatore di Royal Caribbean e pioniere del moderno concetto di crociera, è morto venerdì scorso all’età di 87 anni.
Alla fine degli anni Sessanta, Stephan immaginò una compagnia che offrisse per tutto l’anno crociere da Miami con una tipologia di navi mai viste prima. L’avventura di Royal Caribbean iniziò con tre unità di nuova generazione che dovevano proporre un livello di servizio e lusso superiore a quello offerto dagli hotel sulla terraferma. La prima della serie, Song of Norway, partì da Miami il 7 novembre 1970. Fu una nave rivoluzionaria: la prima ad essere concepita esclusivamente per il servizio crociere.
Questa serie di navi pionieristiche vennero progettate mettendo come priorità assoluta la sicurezza e concepite appositamente per operare nelle acque dei Caraibi. La sovrastruttura slanciata si rendeva istantaneamente riconoscibile per via dell’aggraziata grande prua a clipper e per l’avveniristica Viking Crown Lounge sulla sommità inventata da Stephan, un’area panoramica circolare e sospesa sul lato di poppa del fumaiolo a circa 60 metri sopra la superficie del mare. Queste caratteristiche conferivano alle navi Royal Caribbean un profilo inconfondibile, diverso da qualsiasi altra nave in attività. Altro importante dettaglio erano i ponti aperti, che permettevano di godersi meglio il sole e la brezza degli oceani, anticipando il design delle navi da crociera degli anni seguenti.
Edwin Stephan con un modellino della Song of Norway.
© Royal Caribbean Cruises
I grandi sogni insieme alla passione unica di Stephan per le crociere moderne proiettarono Royal Caribbean verso l’era delle meganavi. Già nella seconda metà degli anni ’80 Sovereign of the Seas anticipava il futuro del design navale proponendo caratteristiche comuni alle grandi unità da crociera contemporanee: per la prima volta un intero ponte era stato allestito con cabine con balcone e l’atrio centrale si sviluppava su più ponti con ascensori panoramici. Prima con la classe Voyager, poi con la Freedom e infine con la Oasis, le navi più grandi al mondo hanno quasi sempre avuto come unico riferimento la flotta Royal Caribbean, insieme ad un impareggiabile livello di innovazione.
«Edwin Stephan avviò questa compagnia con la passione per l’innovazione e questi due termini (passione e innovazione) costituiscono ancora oggi l’essenza di Royal Caribbean», ha commentato Richard Fain, presidente e CEO di Royal Caribbean Cruises. «E’ stato una fonte d’ispirazione ed un grande amico per molti della compagnia. E’ stato un uomo onesto che ha amato la sua famiglia, il suo lavoro e la sua comunità. La nostra compagnia e il settore sono in debito per la grandezza dei suoi sogni, l’intensità della sua visione e la bontà della sua leadership».
Stephan, uomo gentile ed introverso che sognava in grande, lavorò alacremente per realizzare la sua visione e riuscì a trasformare la pionieristica Royal Caribbean in un’industria multimiliardaria. Per 27 anni assunse l’incarico di presidente della compagnia, per poi ricoprire il ruolo di vice presidente del CdA fino al suo pensionamento, avvenuto nel 2003.
Originario del Wisconsin, Stephan odiava il freddo e servì il suo paese nella Guerra in Corea come tecnico radar decorato prima di stabilirsi a Miami per costruirsi una carriera. Entrando nel florido business alberghiero del centro città, lavorò in questo settore fino ad arrivare a gestire un hotel nei pressi di un molo dove usurate navi salpavano per Nassau e Havana per brevi crociere. Un’attività che veniva esercitata già dagli anni ‘20, ma con armatori più interessati al servizio mercantile che a quello passeggeri.
Stephan osservava con interesse quelle navi. Era intrigato dalle potenzialità che riusciva ad intravedere nel settore delle crociere. Decise così di entrare nel comparto, lavorando in una compagnia di piroscafi prima di fondare nel 1966 una compagnia di crociere, la Commodore Cruise Line. Ma Stephan non era soddisfatto. Sognava in grande. Così decise di partire per Oslo con l’obiettivo di esplorare la fattibilità delle navi che immaginava.
Così Stephan ricorda l’inizio della sua avventura in The Royal Caribbean Story, un video che presenta la sua compagnia:
«Andai in Norvegia per ricercare investitori con cui costruire navi nuove e sicure. Stavo avendo molta sfortuna. Una sera stava nevicando da matti e qualcuno disse: “C’é un tizio che in pratica dorme durante il giorno e beve brandy di notte, ma è molto interessato a questo”».
Quella sera del 1968 si trasformò inaspettatamente in un incontro cruciale con tre armatori norvegesi: Anders Wilhelmsen (ancora oggi principale azionista di Royal Caribbean), Sigurd Skaugen e Gotaas Larsen. Pochi mesi dopo, nel gennaio 1969, nacque Royal Caribbean Cruise Line. La scelta del termine “Royal” intendeva sottolineare l’alto livello di servizio previsto dalla visione originale di Stephan.
Alto e magro, con penetranti occhi blu, Stephan era di indole timida ma era felice di poter curare in prima persona il design della prima nave. Divenne un uomo ossessionato, lavorava giorno e notte sui disegni, sui costi e sulla cura dei dettagli per dare vita al suo sogno.
Pete Whelpton, vice presidente esecutivo operazioni hotel di Royal Caribbean sin dalla fondazione, ricorda così Stephan: «La sua mente lavorava come un computer. Ho detto a mia moglie: “Si brucerà uno di questi giorni. Sentirai qualcosa e sarà il cervello di Ed”. Era davvero incredibile cosa riusciva a fare quel tipo».
Rod McLeod, vice presidente esecutivo nel settore dei viaggi con 25 anni di esperienza in Royal Caribbean, in pensione dal 2003, sostiene che Stephan non era un semplice manager: «Ed era molto coinvolto nei dettagli. Royal Caribbean era la sua idea e la creazione di Royal Caribbean era una passione per lui, quindi aveva interesse per qualsiasi cosa: dalla creazione dei menù all’intrattenimento, dalle vendite fino al marketing. Era il suo amore».
Si dice che fino al suo pensionamento avvenuto nel 2003, Stephan leggesse ogni questionario di valutazione compilato dai clienti.
«Le nostre più sentite condoglianze vanno all’amata moglie di Ed, Helen, e ai bambini che adorava, Michael, Samantha, Gary e Kristin», ha dichiarato Fain. «Ci mancherà profondamente a tutti noi qui, ai suoi molti amici e alla nostra comunità».
La famiglia Stephan.
© Royal Caribbean Cruises
Fonte: Royal Caribbean Cruises
Foto: Royal Caribbean Cruises
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