Facendo seguito al progetto TLV62 presentato in collaborazione con il cantiere Tankoa, lo studio di Luca Vallebona propone un nuovo motoryacht funzionale che esalta la fruibilità degli spazi: Gravity. Un nome che richiama il particolare e l’universale, la tangibilità del necessario e l’infinità del possibile, alla ricerca costante di una funzionalità prettamente architettonica coniugata all’eleganza di un design pulito.
Il progetto sviluppa una lunghezza fuori tutto di 61,5 metri per 11,2 metri di larghezza, con scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio. Nel superyacht Gravity ritroviamo i tratti caratteristici delle ultime creazioni di Vallebona: gli elementi sono distribuiti sui ponti in maniera asimmetrica, richiamando la tendenza già delineata nei progetti Pentagramma e TLV62.
SPAZI ESTERNI
Esternamente si caratterizza per la prua verticale e il profilo pulito e slanciato. Verso poppa la sovrastruttura intercetta le linee orizzontali dell’imbarcazione scendendo in una diagonale che marca la divisione tra design e architettura. Vengono così scoperte generose aree esterne, in cui l’assenza di linguaggio espressivo lascia spazio alla funzionalità architettonica. L’assenza di alte impavesate ai lati sospende gli ospiti nell’aria e consente al paesaggio di essere parte della barca e viceversa, senza grandi mediazioni o interruzioni alla vista.
Nel disegno dei ponti a poppa è accennato un richiamo al mondo barocco. Là, lo spazio esterno influenzava gli edifici (e viceversa); qua, l’ambiente influenza l’imbarcazione facendo vibrare lo spazio che si espande e contrae, creando ponti dal disegno concavo o convesso.
Analizzando i ponti, lo sviluppo verticale diventa il nuovo paradigma. Nel sun deck lo spazio a poppa della plancia di comando è sovrastante di pochi gradini rispetto al ponte, creando un’isola per gli ospiti svincolata dai limiti della barca e separata dai percorsi perimetrali per l’equipaggio. Da questo punto la visione sul paesaggio è aperta e coinvolgente. L’asimmetria degli elementi omaggia il paesaggio e l’ambiente esterno richiamandone l’organicità.
La scala che dalla beach area conduce direttamente al salone main deck si ripete identica fino al sun deck: un elemento interno-esterno chiaro in pianta e mutevole nell’espressione. Alla sommità, l’ultima rampa si fonde infatti al sun deck in un’asimmetria che ora ha origine dal trunk scale sottostante, ora dal layout del ponte. Il ritrarsi del sun deck sulla destra non soltanto consente alla scala di diventare un forte elemento architettonico nel profilo, ma assicura al ponte superiore una connessione inusuale col ponte appena inferiore.
I due ponti superiori, accomunati dalla mancanza del vincolo simmetrico, sono percepiti come un unicum e non come ponti semplicemente sovrapposti.
SPAZI INTERNI
Anche internamente il dualismo tra verticalità e orizzontalità si ripete in uno schema che diventa il leitmotif di questo motoryacht.
L’accesso al salone upper deck è enfatizzato da un vuoto trasversale che rende visibile il salone del main deck. Due piccole passerelle consentono di attraversarlo, collegando le scale principali al salone stesso. La luce penetra dai lati della tuga in questo vuoto attraverso una serie di lamelle verticali lignee che dal main deck salgono fino al soffitto dell’upper deck. La classica orizzontalità della barca e l’idea del ponte come fondamento della costruzione vengono interrotte dal vuoto e dalla direzione verticale.
L’ampia cucina, accessoriata e regolare ha, lungo uno dei suoi lati brevi prospicienti il corridoio, delle grandi vetrate a tutta altezza. Una scelta attuata per rendere la preparazione dei menù un possibile spettacolo per gli ospiti.
Il progetto è in fase molto avanzata. Le istruzioni si snodavano attorno all’ideazione di uno yacht che andasse a interpretare gli spazi interni ed esterni con una certa libertà rispetto a schemi consolidati. Altra importante richiesta, la massima privacy della zona armatoriale posta a prua dell’upper deck e la netta separazione dei percorsi dedicati all’equipaggio.
Dai piani generali si evince infatti come intorno alla cabina armatore non corrano scale dedicate all’equipaggio. Soltanto un grande portellone, verso prua, per consentire l’accesso dell’equipaggio per servire questa zona privata.
La zona di ormeggio rimane sotto all’helipad e alla piscina prua, luogo principe dove immergersi nel paesaggio.
I saloni e le zone di servizio racchiudono scale e lobby in posizione di baricentro su entrambi main ed upper deck, conferendo privacy alle aree notturne di tutti i ponti.
Cucina e dispensa possono far parte della zona ospiti o essere completamente isolati da una serie di porte scorrevoli.
Procedendo sul main deck verso prua si trova l’accesso ai locali dell’equipaggio. Da qui, sui due lati della sovrastruttura, due porte permettono un collegamento diretto tra i due passavanti laterali nella zona prodiera della barca.