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Inquinamento ambientale, maxi sanzione per Princess Cruises
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Secondo una nota rilasciata dal Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, Princess Cruises è stata giudicata colpevole di sette capi d’accusa per inquinamento marittimo volontario e per atti intenzionali volti a nascondere il fatto.

Princess Cruises pagherà una sanzione record di 40 milioni di dollari per inquinamento volontario. 10 milioni saranno destinati a progetti per l’ambiente marino. La compagnia si dichiara colpevole delle accuse collegate di scarico illegale di olio usato dalla Caribbean Princess.

Le indagini erano iniziate nell’estate 2013, dopo una segnalazione inviata alla Guardia Costiera americana da parte dell’Agenzia Britannica Marittima e Costiera (MCA). A denunciare il fatto alle autorità è stato un macchinista appena assunto sulla Caribbean Princess, che  ha riferito dell’impiego di un cosiddetto “tubo magico” per scaricare illegalmente olio usato.

Secondo il Dipartimento di Giustizia, il direttore e il primo ufficiale di macchina sono colpevoli di aver orchestrato l’insabbiamento della vicenda, sbarazzandosi del tubo magico e ordinando ai subordinati di mentire. Il macchinista che ha denunciato il fatto avrebbe lasciato l’incarico quando la nave ha raggiunto il porto di Southampthon.

La MCA avrebbe provato il reato presentando alla Guardia Costiera americana fotografie che mostravano la tecnica utilizzata per lo scarico illegale e la successiva rimozione del tubo magico.
Le indagini della Guardia Costiera americana iniziano il 14 settembre 2013, quando la Caribbean Princess entra nel porto di New York. La collaborazione è scarsa. Alcuni membri dell’equipaggio mentono sulle pratiche illegali attuate, rispettando in pieno l’ordine ricevuto dai loro superiori.

Secondo quanto è emerso dal processo, la Caribbean Princess avrebbe praticato lo scarico illegale di olio esausto già dal 2005, un anno dopo l’entrata in servizio della nave. Il 26 agosto 2013, sarebbero stati riversati in mare circa 16.000 litri di combustibile 23 miglia al largo della costa inglese, considerata zona economica esclusiva del Regno Unito. In contemporanea alle operazioni illegali, sarebbero stati eseguiti interventi di pulizia fuori bordo in modo da alterare il fatto e legittimando lo scarico in mare.

«La Caribbean Princess ha usato molteplici tecniche nel corso del tempo per inquinare i mari. Prima dell’installazione del tubo utilizzato per realizzare lo scarico al largo della costa inglese, è stata impiegata una insolita valvola non autorizzata. Quando la squadra investigativa del Dipartimento di Giustizia ha eseguito un imbarco consensuale sulla nave a Houston, Texas, l’8 marzo 2014, ha trovato la valvola descritta dai membri dell’equipaggio. Quando è stata rimossa da Princess su richiesta del dipartimento, essa conteneva petrolio grezzo», si legge in una nota del Dipartimento di Giustizia.

Il dipartimento ha inoltre aggiunto che la squadra investigativa ha scoperto altre due pratiche illegali messe in atto su cinque diverse navi della flotta: Caribbean Princess, Star Princess, Grand Princess, Coral Princess e Golden Princess.

Una pratica consisteva nell’apertura della valvola per l’acqua di mare quando lo scarico di sentina veniva trattato dal separatore di acqua oleosa e i contenuti monitorati. Lo scopo era quello di evitare che scattasse l’allarme del sistema, il quale avrebbe impedito di eseguire le operazioni di scarico. E’ risultata un’operazione di routine adottata dalla Caribbean Princess nel 2012 e 2013.

La seconda pratica consisteva nello scarico di acqua di sentina oleosa originata dal traboccamento delle cisterne di acque grigie negli spazi di sentina. L’acqua contaminata, anziché essere trattata come scarico di sentina oleoso, veniva aspirata dal sistema delle acque grigie. Il contenuto della cisterna veniva poi rilasciato in mare quando la nave si trovava oltre quattro miglia dalla costa.
Nei registri per lo smaltimento degli oli usati nessuna di queste due pratiche è mai stata menzionata.

«Siamo estremamente delusi per le azioni imperdonabili dei nostri dipendenti, che hanno violato le nostre politiche e le regole del diritto ambientale, aggirando il nostro sistema per il trattamento delle acque e scaricando l’acqua di sentina in mare», ha dichiarato in una nota Jan Swartz, presidente di Princess Cruises. Sul sito della compagnia è stata aggiunta una pagina che spiega cosa è accaduto.
La presidente aggiunge che la segnalazione è pervenuta alla direzione di Princess Cruises nell’agosto 2013 e che è stata avviata una cooperazione con il Dipartimento di Giustizia e la Guardia Costiera, oltre a condurre indagini interne. Diversi dipendenti sono stati licenziati ed è stato avviato un programma di aggiornamento per molti altri.
«Abbiamo fatto un duro lavoro per migliorare, potenziare le nostre operazioni e imparare dai nostri errori. Abbiamo completamente cambiato tutte le nostre operazioni a bordo e a terra, la struttura organizzativa e la direzione. Abbiamo investito milioni di dollari per aggiornare il nostro equipaggiamento».

Princess Cruises ha già avuto un precedente per danni ambientali. Nel dicembre 2012 è stata condannata al pagamento di una multa di 20.000 dollari per aver rilasciato 250.000 litri di acqua clorata proveniente dalle piscine della Golden Princess nel Parco Nazionale di Glacier Bay, a causa di un errore del software. Princess Cruises aveva denunciato l’incidente nel 2011 all’EPA, l’agenzia americana per la protezione ambientale.

Princess Cruises non è la prima compagnia di crociere ad essere stata pesantemente sanzionata dalle autorità americane. Royal Caribbean è stata multata per tre volte e costretta a pagare in totale 27 milioni di dollari per aver scaricato in mare olio e prodotti chimici. Carnival è stata giudicata colpevole di numerosi capi d’accusa collegati allo scarico di oli esausti in mare e per aver presumibilmente falsificato ripetutamente i registri di carico per celare le pratiche illegali. Alla compagnia è stata comminata una sanzione di 18 milioni di dollari. I reati ambientali hanno visto coinvolta anche Holland America Line, condannata al pagamento di una penale di 2 milioni di dollari per aver scaricato in mare acqua oleosa senza averla prima filtrata. Lo stesso illecito è stato commesso anche da Norwegian Cruise Line e costato alla compagnia 1,5 milioni di dollari.

Friends of the Earth, un’organizzazione internazionale formata da una rete di gruppi ambientalisti provenienti da 75 diversi paesi del mondo, ogni anno valuta l’impatto ambientale delle maggiori compagnie di crociera. Nel corso degli anni Princess Cruises è stata declassata, da B a C, che resta tuttavia un buon risultato. Purtroppo deludono le compagnie italiane: Costa, MSC e Silversea si piazzano nella parte bassa della classifica.

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Fonte: Friends of the Earth

Per Princess Cruises questa è una storiaccia, probabilmente la peggiore che abbia mai coinvolto la compagnia da quando è stata fondata nel lontano 1965. Una notizia che ha avuto una larga diffusione (anche se in Italia ne parliamo soltanto noi e gli altri media del settore), che capita proprio in un’epoca in cui praticamente tutte le compagnie sono impegnate verso l’adozione di politiche volte alla sostenibilità ambientale. Un brutto danno di immagine.

Fonti: CBS News, Cruise Industry News, Cruise Law News, Friends of the Earth, Miami Herald, Princess Cruises

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