21 Novembre 2024
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Carnival Corporation ha presentato alla comunità finanziaria i dati del primo trimestre dell’anno fiscale, annunciando il ritorno all’utile a partire dal terzo trimestre 2022. Nei primi tre mesi dell’anno i ricavi sono saliti a 1,6 miliardi di dollari, numeri positivi ma ancora enormemente al di sotto dei livelli pre-pandemia, inferiori di circa il 66% rispetto al 2020. Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di oltre 1,9 miliardi di dollari, causata dagli ulteriori costi di questo periodo, tra carenaggio e aumento generalizzato degli approvvigionamenti.
Il miglioramento dei risultati si deve in particolare all’incremento della capacità operativa nei primi tre mesi dell’anno, che con 10 navi in più ritornate in servizio è passata dal 47% al 60%. Ora, dopo gli inevitabili tagli della pandemia, la flotta Carnival è operativa al 75%.
Sono 64 in tutto le navi in servizio, attive prevalentemente in Nord America ed Europa, più bassa invece la presenza in Sud America, mentre dal mese di maggio riprenderanno i viaggi in Australia. Resta escluso l’importante mercato della Cina, per il quale Carnival conta comunque di ritornare, col tempo, ai livelli pre-pandemia. Da quando sono riprese le operazioni, il gruppo crocieristico ha trasportato 2,2 milioni di passeggeri e offerto lavoro a più di 70.000 membri dell’equipaggio.
Riguardo alla drammatica situazione in Ucraina, il CEO Arnold Donald ha espresso sincera preoccupazione per le persone colpite dall’invasione russa, ricordando che sono migliaia i membri di equipaggio Carnival provenienti dai due paesi in conflitto. Il gruppo, come del resto la quasi totalità delle compagnie di crociera, ha scelto di cancellare tutti gli itinerari con scali in Russia, dove era dispiegato il 4,6% della flotta. L’impatto non ha avuto il benché minimo effetto sulle prenotazioni.
In deciso aumento la crescita dell’occupazione a bordo. Dopo un tasso di occupazione ridotto al 54% fino ad inizio 2022, ora è stato raggiunto il 70%, ed oltre 40 partenze hanno registrato il 100% di occupazione.
Sono inoltre cresciute del 7,5% le spese di bordo effettuate dai passeggeri, dove i vari brand Carnival stanno aumentando i prezzi, sostenuti da una forte domanda.
Per quanto riguarda la questione dei costi del carburante, Carnival sta intensificando gli sforzi per ridurre ulteriormente i consumi. Contrariamente ad altri competitor, la compagnia non ricorre al fuel hedging e continuerà con questa linea. Secondo il gruppo crocieristico, i derivati hanno un costo ed i prezzi dei carburanti, come sono aumentati in maniera significativa, hanno visto nel tempo conoscere anche una forte contrazione di prezzo. Negli ultimi due anni, la speculazione su derivati avrebbe arrecato ulteriori danni in termini di liquidità.
Dal 2023 saranno operative tutte le navi dei vari brand, con una capacità aumentata dell’8% rispetto al 2019, nonostante la dismissione di ben 22 navi, le più piccole e vecchie, ovvero quelle meno remunerative. Nel corso dell’anno è prevista l’uscita dalla flotta Carnival di almeno altre tre navi. Una è la Carnival Sensation, partita da Miami la scorsa settimana e diretta ad Aliaga per lo smantellamento. Costruita nel 1993, era la terza in ordine di tempo della classe Fantasy da 70.000 tonnellate. La gemella Carnival Ecstasy del 1991, seconda della serie, lascerà la flotta il prossimo autunno. La terza nave che sarà ceduta non è stata resa nota. Tra le ultime cessioni, ricordiamo quella annunciata a gennaio 2022 della AIDAmira, nave del 1999 da 48.000 tonnellate, che il prossimo anno entrerà a far parte della startup britannica Ambassador Cruises come Ambition.
Sul piano finanziario, negli ultimi due anni Carnival ha ridotto le perdite mensili dell’Ebitda portandolo al 40% dalla metà del 2020 e raccolto più di 29 miliardi di dollari di finanziamenti, oltre a più di 9 miliardi di dollari di debito rifinanziato.
Foto: Fincantieri