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L’11 dicembre 2014, a bordo della Insignia che si trovava ormeggiata a Port Castries, nell’isola di Santa Lucia, scoppiò un incendio nella sala macchine che costò la vita ad un membro dell’equipaggio e ad altri due lavoratori esterni. La nave era partita da San Juan il 7 dicembre per una crociera di 10 notti, poi interrotta a seguito dell’incidente.
L’episodio sollevò molte critiche da parte dei passeggeri, secondo i quali ci sarebbe stata confusione tra i membri dell’equipaggio, assenza di informazioni e disinformazione. A bordo c’era anche Richard Silver, un passeggero canadese che documentò gravi inefficienze durante le operazioni di sbarco. Secondo quanto ha riferito, sarebbero stati radunati in un magazzino del porto rimanendovi all’interno per nove ore, con una temperatura esterna di circa 33 gradi, senza acqua, cibo e nessuna informazione riguardo all’incendio. Le fotografie e i video del signor Silver rivelarono inoltre anziani che venivano trasportati fuori dalla nave aiutati da altri passeggeri e non dall’equipaggio. Tra questi, uno cadde perfino in mare nello spazio compreso tra la banchina e la nave.
Una volta tornato a casa, il signor Silver consegnò il materiale fotografico raccolto alla stampa canadese, che lo pubblicò documentando così sia l’incendio che la carente gestione dell’emergenza da parte di Oceania Cruises, smentendo una nota rilasciata dalla compagnia in cui venne dichiarato che la massima priorità era di assicurare a tutti i 656 ospiti il rimpatrio nel modo più veloce e confortevole possibile.
Nonostante questa brutta esperienza, il signor Silver, con all’attivo cinque crociere Oceania, ha prenotato ad agosto una nuova partenza a bordo della Sirena, ma ricevendo poi una telefonata da un agente della compagnia il quale lo informava di essere stato espulso per sempre dalle loro navi. La compagnia ha restituito il corrispettivo pagato dal signor Silver, senza dare risposte sul motivo di questa scelta, che sembra essere una ritorsione per la cattiva pubblicità che egli ha procurato a Oceania Cruises parlando coi media. L’espulsione ha effetto su tutte le compagnie del gruppo NCLH (Norwegian Cruise Lines, Oceania Cruises, Regent Seven Seas Cruises).
Quando Global News ha contattato Oceania Cruises per una spiegazione, Tim Rubacky, responsabile alle pubbliche relazioni della compagnia, ha negato che la compagnia stesse punendo il signor Silver, rifiutandosi ripetutamente di dare ulteriori spiegazioni. “Non posso e non commenterò” avrebbe detto al giornale.
Dopo ulteriori richieste di chiarimento, Rubacky ha spiegato al telefono che “è una questione tra la compagnia e il signor Silver. Ci sono centinaia di altre navi da crociera nel mondo che sono certo incontreranno le aspettative di vacanza del signor Silver. Gli auguriamo il meglio”.
Una risposta che non sembra lasciare spazio a nessuna conciliazione. Questa storia ha coinvolto un cliente di Oceania Cruises, che avrebbe dovuto agire con maggiore riservatezza. Una regola che i membri di equipaggio di varie compagnie conoscono bene. Sono molti i casi di interruzione del rapporto di lavoro per aver creato pubblicità negativa attraverso contatti con media e social network.
Fonti: CityNews, Cruise Law News, Cruise Critic
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