Superyacht
Le ultime tendenze del mercato e tutti i costi da sostenere per acquistare o noleggiare un superyacht
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Se il termine yacht è da sempre sinonimo di lusso, il superyacht è allora qualcosa che ne supera ulteriormente il concetto, un prodotto di nicchia nella nicchia.
Nel 1979 se ne contavano soltanto 1500, oggi sono oltre 10000 i superyacht che solcano i mari di tutto il mondo. Sicuramente un prodotto di successo, ma per una limitata clientela elitaria.
In questo nostro articolo illustreremo la situazione del mercato, le tendenze, i costi da sostenere per possederne uno, per sempre o per una sola crociera.

TREND DEL MERCATO
Il 2016 si è concluso con 370 consegne di superyacht per un totale di 3,37 miliardi di euro, un dato leggermente negativo rispetto all’anno precedente, che aveva registrato vendite per 392 unità. Circa tre quarti del mercato è costituito da superyacht sotto i 40 metri di lunghezza, i cui ordini sono sostanzialmente stabili. La crescita, molto significativa, si incontra invece nella fascia alta. In un anno, le vendite di superyacht da oltre 60 metri sono aumentate del 50%.
Soltanto Lürssen, autore di molti gioielli dei mari, è oggi impegnato nella realizzazione di 6 superyacht da oltre 100 metri, mentre altri cantieri, come Benetti e Feadship, stanno sviluppando le unità più grandi mai realizzate dai rispettivi marchi. L’Italia è il primo paese al mondo per la costruzione di superyacht.

Mentre è in costante aumento la domanda dei motoryacht, la richiesta di nuovi velieri continua ad essere stabile, mediamente intorno alle 45 unità all’anno. Questo significa che se nel 1980 le imbarcazioni a vela costituivano un terzo degli ordini, oggi soltanto un superyacht ogni 8 è dotato di una superficie velica.
Non si tratta di un fattore positivo per le imbarcazioni a motore, che risultano maggiormente esposte alla svalutazione, mentre i velieri riescono a conservare meglio l’investimento nel tempo.
Un esempio per chiarire il livello di deprezzamento di un superyacht. Un Benetti Vision 145 di 43 metri richiede un impegno finanziario di 23,6 milioni di euro, mentre sul mercato dell’usato troviamo lo stesso modello costruito nel 2006 e tenuto alla perfezione ad appena 8 milioni di euro.
Situazione analoga anche per prestigiosi modelli di altri cantieri. Heesen Yachts sta ultimando il Project Ruya, un superyacht da 47 metri che sarà consegnato a marzo e venduto a 29,9 milioni di euro. La sua gemella Lady Petra del 2012, è disponibile sul mercato dell’usato ad un prezzo ribassato di 22,5 milioni di euro. Nel 2014 la richiesta era di 31 milioni.

Il mercato rivela che le ultime richieste degli armatori sono verso unità in grado di raggiungere agevolmente destinazioni remote, sia esotiche che polari, quindi dotate necessariamente di una notevole autonomia di navigazione. Continua anche l’interesse per l’ecosostenibilità, attraverso l’impiego di tecnologie ibride per ridurre i consumi e le emissioni.
Per quanto riguarda l’impostazione, rispetto al classico layout si stanno preferendo design innovativi che offrono maggiori aree open space, le quali permettono di raccogliere meglio tutti gli ospiti a bordo. Molta attenzione viene posta anche agli spazi esterni, che oggi devono necessariamente disporre di un beach club con accesso a palestra, spa e area lounge.
Un grande business del 2016 sono stati gli yacht toys, soprattutto quelli hi-tech come hoverboard, quadski e jetlev. A bordo le ultime tendenze dell’intrattenimento puntano invece a sale multimediali e cinema, sia interno che esterno.
Un sempre maggiore interesse verso il mondo del fitness e del benessere sta poi favorendo l’introduzione di nuove figure professionali sui superyacht: personal trainer, nutrizionisti e massaggiatori sono chiamati ad ampliare ulteriormente lo staff di bordo.

PROFILO DEL CLIENTE
Chi acquista un superyacht appartiene alla categoria dei soggetti classificati nel mondo della finanza come UHNWI (Ultra  High Net Worth Individuals). Si tratta di persone con asset finanziari superiori ai 30 milioni di dollari. Se ne contano circa 173000, il 61% in più rispetto a un decennio fa. Tra questi, oltre 1800 dispongono asset superiori al miliardo di dollari, l’82% in più rispetto a dieci anni fa.

Gli armatori provengono da tutto il mondo, si contano almeno 125 nazionalità diverse. La maggior parte sono americani (14%), seguiti a brevissima distanza da russi. Ma è l’Asia la regione che sta registrando i tassi di crescita più elevati.

Sempre più persone utilizzano superyacht non solo per viaggi e divertimento, ma anche per affari. I sistemi di comunicazione e la tecnologia a bordo sempre più avanzata permettono infatti  di utilizzare un superyacht anche come ufficio. Alcuni armatori lo usano anche come piattaforma di intrattenimento per  i clienti più importanti o per premiare i migliori dipendenti.

Tuttavia, alla rapida crescita degli UHNWI non corrisponde un proporzionale incremento di nuovi ordini. Le nuove generazioni mostrano più interesse per il charter che all’acquisto.

ACQUISTARE UN SUPERYACHT
I prezzi per entrare in possesso di un magnifico gioiello navigante sono molto variabili. Sul mercato dell’usato si possono trovare imbarcazioni di almeno 24 metri anche al di sotto della soglia di un milione di euro, fino a raggiungere prezzi sufficienti per una importante nave da crociera.
A determinare il prezzo non sono solo le dimensioni. Allestimenti realizzati con i materiali più raffinati ed esclusivi, in aggiunta a dotazioni sofisticatissime, come finestre a prova di bomba, rilevatori di movimento o dispositivi di accesso biometrici, possono portare alla realizzazione di imbarcazioni che sfidano l’immaginazione, ovvero il portafogli.
Come il superyacht Venus, commissionato da Steve Jobs,  caratterizzato da interni realizzati quasi interamente in vetro. Un dettaglio che trova la sua massima espressione nella zona living, la cui parete in vetro resistente misura 40 metri di lunghezza e 10 di altezza. Oppure l’Eclipse di Roman Abramovich, dotato di due piscine, due piattaforme per elicottero, sottomarino per tre persone, dispositivi antipaparazzi e predisposizione per un sistema di difesa missilistico di tipo militare.

Per un superyacht di seconda mano solitamente l’armatore anticipa il 10% del valore. Il resto viene saldato quando viene consegnata l’imbarcazione e tutta la documentazione.

La situazione è più complessa per un superyacht di nuova costruzione. In questo caso il pagamento viene concordato con il cantiere ed eseguito in più tranche. L’importo è suscettibile a variazioni poiché i costi di approvvigionamento dei materiali potrebbero essere esposti all’inflazione e al tasso di cambio.
E’ soltanto a lavori ultimati che l’armatore diventa proprietario del superyacht. Questo lo espone ai rischi collegati in caso di fallimento del cantiere, i quali possono essere superati attraverso una garanzia bancaria che gli consente di ottenere indietro i pagamenti versati, oppure di possedere il 50% della costruzione. Nel secondo caso probabilmente il cantiere chiederà delle garanzie.

IL FINANZIAMENTO
Diverse banche offrono finanziamenti per l’acquisto di un superyacht, sia nuovo che usato. Un tipico esempio di prestito prevede un finanziamento del 75% del valore dell’imbarcazione per una durata di 15 anni, con maxi rate spalmate su un periodo variabile fino a 7 anni.
E’ consuetudine che una percentuale del prestito e degli interessi possa essere ritardato fino alla data di scadenza, in modo da pagarlo con un nuovo finanziamento o con la vendita del superyacht.
Solitamente armatore e finanziatore si accordano per il nuovo finanziamento non più tardi di un anno dalla scadenza del prestito. Il nuovo contratto stipulato avrà una durata più breve rispetto al precedente.
Il finanziamento è una formula che assicura importanti vantaggi. Garantisce maggiore privacy e sicurezza personale, riducendo inoltre eventuali rischi di tipo legale.

Per i superyacht di cui esiste solo il progetto, il cantiere chiede solitamente all’armatore il pagamento delle prime due o tre fasi della costruzione. Il finanziatore provvede ai versamenti successivi, garantendo la liquidità al cantiere e assumendo la proprietà del superyacht, che potrà rivendere in caso di inadempienza dell’armatore.

IL CHARTER
Il noleggio è una formula ampiamente utilizzata e conveniente se si intende utilizzare l’imbarcazione solo per una crociera o per brevi periodi, ma anche per conoscere meglio un superyacht prima di impegnare grandi capitali per un acquisto inadeguato.
Sempre più armatori si orientano verso il noleggio delle loro favolose unità. Sono circa 1400 gli yacht disponibili per il charter sparsi in tutto il mondo. Si tratta di un metodo che permette di produrre un reddito dall’imbarcazione, che può contribuire anche in maniera significativa ad abbattere gli enormi costi operativi. Tuttavia si tratta di un obiettivo difficile da raggiungere. Per un superyacht dal valore di 10 milioni di euro occorre circa un milione di euro per la sua gestione annuale, quindi servono almeno dalle sei alle nove settimane di noleggio. Se poi emerge qualche imprevisto, per esempio un guasto meccanico, l’obiettivo del pareggio dei costi si allontana ulteriormente. Inoltre, sull’armatore gravano i costi di IVA e dei compensi degli agenti che si occupano del charter.
Mediamente un superyacht posizionato nel Mediterraneo riesce ad essere noleggiato tra le 8 e le 12 settimane all’anno, ai Caraibi soltanto tra le 3 e le 5.

Il costo per il noleggio è molto variabile. Il prezzo non è determinato soltanto dalle dimensioni, concorrono anche i servizi di bordo presenti, gli accessori e, in misura significativa, il periodo dell’anno in cui viene noleggiato e l’eventuale presenza di eventi importanti nella regione in cui opera, come per esempio il Gran Premio di F1 a Monaco o l’America’s Cup.
Il prezzo può variare dai 15.000 euro per le unità più piccole fino a cifre vicine ai 2 milioni di euro a settimana per quelle più grandi e attrezzate. Approssimativamente il noleggio corrisponde a circa l’1 – 2% del valore del superyacht per settimana. Il pagamento prevede il versamento anticipato del 30% per il costo del carburante, approvvigionamenti alimentari, tasse portuali e altre spese accessorie, che possono rappresentare tra il 25% e il 50% della tariffa base. E’ consuetudine lasciare mance all’equipaggio, che normalmente si aggirano tra il 5 e il 10% del canone di noleggio, sulla base della qualità del servizio ricevuto e comunque sempre  a discrezione del cliente. Tale somma viene consegnata al comandante che la distribuirà tra i membri dell’equipaggio.

E’ consuetudine stipulare contratti che offrono un pacchetto di viaggio comprensivo dei costi accessori. Nel mondo del charter ne esistono vari tipi. Quello più ampiamente utilizzato, soprattutto per il noleggio di superyacht nel Mediterraneo, prende il nome di MYBA (Mediterranean Yacht Brokers Association), che include nella quota del noleggio tutte le attrezzature di bordo, paga e vitto per l’equipaggio, lavanderia dello yacht e assicurazioni. Restano pertanto escluse le spese per pasti e bevande degli ospiti, carburanti, lavanderia personale, costi per le comunicazioni, tasse portuali e locali. Ci sono altri contratti, meno usati rispetto al MYBA, che sono quasi all-inclusive, comprensivi di pasti (due o tre al giorno), consumo di carburante (per quattro ore al giorno) e tasse portuali.

I COSTI DI ESERCIZIO
Ogni  anno l’armatore deve mettere in conto circa il 10% del valore iniziale dello yacht per fronteggiare i costi di esercizio, tra ormeggio, carburante, manutenzione generale, tasse e stipendi per l’equipaggio.

Secondo i dati forniti da Floating Life, gruppo svizzero specializzato nella gestione, charter e vendita di superyacht, per un’imbarcazione tra i 35 e i 40 metri, tutti gli oneri di gestione annuali portano a una voce di spese complessiva dell’ordine di un milione di euro, che comprende posto barca, carburante per 100 ore di navigazione (per un superyacht di 40 metri il consumo si aggira tra i 250 e i 300 litri all’ora), maintenance e rimessaggio, costi amministrativi (permessi e assicurazioni). Di questi, 400-500.000 Euro sono legati alla spesa per la gestione di un equipaggio di 4-5 persone comprensivo di stipendi e spese generali.
Questa la ripartizione delle spese:

  • 30% per la manutenzione;
  • 25% per la gestione del personale, dal reclutamento fino al controllo del rendimento e agli stipendi, extra inclusi;
  • 15% per i costi legati al soggiorno a bordo, carburante compreso;
  • 10% per la logistica, che comprende ormeggio, approvvigionamento dei materiali, delle attrezzature di bordo e dei servizi;
  • 10% per i prodotti di consumo, come articoli per la pulizia, per il corredo degli interni e complementi d’arredo;
  • 5% per le spese amministrative legate al mantenimento della società armatrice, alla bandiera, al management e agenzie varie;
  • 5% per le altre voci di spesa come concierge, marketing e comunicazione per il charter.

Per superyacht di fascia superiore, Towergate Insurance fornisce le seguenti stime, relative ad un’imbarcazione di 71 metri, che fanno lievitare ai costi a circa 3,4 milioni di dollari:

  • 1,4 milioni di dollari per la gestione del personale (41%);
  • 1 milione di dollari per manutenzione e riparazioni (30%);
  • 400.000 dollari per il carburante, stimando un consumo di 500 litri per ogni ora di esercizio (12%);
  • 350.000 dollari per l’ormeggio (10%);
  • 240.000 dollari per l’assicurazione (7%).

Dai dati analizzati deduciamo che la maggiore voce di spesa è rappresentata dalla gestione del personale, che supera ampiamente i costi per la manutenzione con l’aumentare delle dimensioni del superyacht. Lo stipendio di un marinaio a bordo di un 50 metri si aggira tra i 35 e i 40.000 euro, per un comandante al governo di una grande unità si arriva anche a cifre intorno ai 200.000 euro e oltre. Vanno poi aggiunti ulteriori costi per il mantenimento a bordo dell’equipaggio, come uniformi, pasti e beni di consumo.

Sono previste delle esenzioni. Se lo yacht non è registrato in un paese membro dell’Ue e viene utilizzato per meno di 18 mesi su 24 in Europa da un soggetto non residente, mancano i presupposti per l’applicazione. Un’altra alternativa è quella di ricorrere a strutture offshore.

Il leasing nautico è infine un’altra formula che apre la strada ad agevolazioni sull’IVA da versare.  Oltre al vantaggio del finanziamento, i canoni del leasing sono infatti  assoggettati ad IVA soltanto per il 30% dell’importo.

LA BANDIERA
Ogni imbarcazione deve essere registrata e battere una specifica bandiera. La maggior parte dei superyacht batte una bandiera appartenente al gruppo Red Ensign, a cui appartengono Regno Unito, Dipendenze della Corona e territori britannici d’oltremare.
Una bandiera Red Ensign aggiunge valore e prestigio poiché presuppone elevati standard di sicurezza. Assicuratori e finanziatori possono richiedere che un superyacht venga registrato in determinati paesi per una maggiore tutela delle loro responsabilità.

Fonti: AM Charter, Bloomberg, Boat International, Charter World, Floating Life, Forbes, Princess International, SuperYachtsMonaco, Towergate Insurance, Wealth-X, Yacht Harbour

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