Crociere Classiche
Affondata nella Baia di San Francisco la Aurora (ex Wappen Von Hamburg)
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Traghettilines

Aurora, una piccola nave da crociera costruita negli anni Cinquanta e fuori servizio almeno dal 1977, è parzialmente affondata al suo ormeggio nella Baia di San Francisco.

Nella giornata di mercoledì, l’Ufficio servizi di emergenza della California ha ricevuto un rapporto secondo cui la nave stava affondando, scaricando in mare sostanze inquinanti. Come primo intervento sono state utilizzate delle barriere di contenimento per impedire la contaminazione dell’acqua. 

Secondo la Guardia Costiera, non è nota la quantità di sostanze inquinanti che la nave potrebbe rilasciare e che nei prossimi giorni, insieme a Global Diving and Salvage, inizieranno i rilievi e il recupero degli inquinanti. Nel frattempo è stato interdetto l’ormeggio e la navigazione nelle vicinanze del relitto.

Lunga 85 metri e con una stazza lorda di 2.500 tonnellate, la nave è stata costruita nel 1955 nella Germania Occidentale da Blohm & Voss e battezzata Wappen Von Hamburg.


Wappen Von Hamburg nel 1958

© Oxfordian Kissuth (CC BY-SA 3.0)

Durante i primi anni di servizio venne utilizzata nel mercato tedesco per viaggi giornalieri da e per Helgoland, prima di essere venduta alla Nomikos Line e ribattezzata Delos per crociere nell’Egeo, adeguandola agli standard dell’epoca di una nave di lusso, aggiungendo anche una piscina e aria condizionata in tutte le cabine. In quegli anni la nave ebbe anche una parte nel grande schermo, quando nel 1963 vennero girate a bordo alcune scene di 007 – Dalla Russia con Amore, con la Delos che servì come quartier generale della Spectre.


L’agente Numero Tre della Spectre, Rosa Klebb (interpretata da Lotte Lenya), a bordo della Delos in una scena del Film 007 – Dalla Russia con Amore.

Nel 1967 un nuovo cambio di nome e proprietà. Venduta alla Alaska Cruise Line di Westours diventò la Polar Star per effettuare crociere di spedizione in Alaska, a cui seguì nel 1972 il trasferimento alla West Cruise Lines come Pacific Star con itinerari nell’Atlantico del Sud.

Gli ultimi cinque anni di carriera marittima videro la nave entrare nel brand ultra-lusso Xanadu, di proprietà della Cruises of Panama di Donald Ferguson. Arricchita con opere d’arte asiatiche, in quegli anni la nave conobbe il suo periodo di massimo splendore. Era una delle poche navi per crociere di spedizione in servizio e da molti considerata come quella più lussuosa. Ma gli alti costi operativi e lo shock petrolifero misero ben presto la parola fine alla carriera di Xanadu. Nel 1977 fu portata a Seattle, dove molti dei suoi preziosi allestimenti vennero rimossi e venduti all’asta.

Da allora iniziò inesorabilmente il declino di una ex lussuosa nave da crociera. Nel 1982 venne venduta come officina per la lavorazione del pescato, tre anni più tardi ceduta ad acquirenti sconosciuti per diventare Expex, un centro espositivo galleggiante. Questa impresa non andò come previsto e la sua proprietà fu trasferita almeno altre quattro volte per scopi diversi, senza successo: un rifugio per i senzatetto, un ospedale pediatrico, la conversione in uno yacht di lusso; un museo.


Faithful nel 2018

© Christopher Willson

Faithful, questo il nome con cui era stata registrata la nave nel 1991, versava in pessime condizioni: divorata dalla ruggine e vandalizzata, ormai per lei sembrava non poter esistere un futuro diverso dalla demolizione. Ma quando Chris Willson apprese della storia di questa nave e della sua presenza sul portale di annunci Craigslist, intervenne per cambiare il suo destino. Dopo averla acquistata per 600mila dollari (metà del prezzo di vendita), la fece rimorchiare a Rio Vista per restaurarla, ribattezzandola nel 2010 Aurora, al Pier 38 di San Francisco, con l’intenzione di convertirla in una struttura alberghiera e con l’obiettivo finale, molto ambizioso, di rendere la nave nuovamente operativa per un servizio di crociere tra il Messico e il Canada.

Willson, ex sviluppatore informatico, pare abbia venduto la nave l’anno scorso e che si sia trasferito all’estero. Non è chiaro perché dopo 15 anni ha scelto di abbandonare il suo progetto di restauro. Probabilmente le condizioni della nave, insieme alla forza lavoro e al budget modesto, non consentivano di raggiungere i risultati desiderati.


© Christopher Willson

Il canale è poco profondo in quel punto, ma gran parte della nave risulta ora sommersa e questo rende molto complicato e oneroso il recupero della nave. Forse adesso, dopo 69 anni, è arrivato per davvero la parola fine per la ex Wappen Von Hamburg.

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