Feadship è tornata ad aggiornarci sul suo futuristico concept Pure di 82 metri di cui ci aveva dato una piccola anticipazione martedì.
Disegnato da Jan Schaffers e Tanno Weeda, in stretta collaborazione con De Voogt Naval Architects, il nuovo progetto costituisce l’ultima frontiera di Feadship in fatto di tecnologia e sostenibilità ambientale, e trae ispirazione da altri concept presentati negli anni passati dal cantiere olandese. Pure pertanto eredita la propulsione ibrida del progetto F-stream (2007), il design ecocompatibile di Aeon (2009) e i bassi consumi di combustibile di Breathe (2010).
«In Feadship siamo soliti progettare yacht completamente personalizzati per clienti cui ogni aspetto è definito dai propri desideri personali» spiega il designer Jan Schaffers. «Pure sintetizza tutto il know-how acquisito in tempi recenti relativamente ai tipi di spazio ed esterni che gli armatori richiedono nel modo più schietto, seguendo come filo conduttore tali desideri. Molti di noi sono fondamentalmente riluttanti ad esplorare le vere necessità di oggi e Pure va in profondità verso questa direzione. Parafrasando la famosa citazione di Steve Jobs, “la gente non sa ciò che vuole, finché non glielo fai capire tu”. Pure non è comunque una fantasia collettiva. Dai fantastici spazi a pianta aperta fino alla propulsione a prova di futuro ed al centro di comando al lower deck, il team di design dello Studio De Voogt ha lavorato a fianco del reparto Knowledge & Innovation e con gli esperti di ingegneria di Feadship, insieme anche agli attuali e nuovi fornitori, per assicurarsi che ogni soluzione proposta sia realistica e praticabile già adesso».
Feadship, in alcuni dei suoi ultimi successi come Pi, Zen e Viva, ha utilizzato giganti lastre di vetro che definiscono parte della struttura esterna. Pure adotta la stessa tecnica, ma questa volta per gli ambienti interni. Uno dei punti estetici focali di Pure e dedicati alla socialità è quindi il suo atrio interno-esterno dalla forma ellittica articolato su tre ponti, caratteristica molto difficile da realizzare su uno yacht. Le grandi vetrate che decorano l’atrio creano un senso di apertura verso l’esterno, ma balconi e terrazze riescono ad offrire anche privacy. Il sofisticato design è incentrato su due componenti strutturali interni, utilizzati anche per accogliere il bar, sul lato di sinistra, e la scala principale, a dritta.
Visto dall’esterno, Pure cela i suoi abbondanti spazi aperti e la meraviglia del design, bisogna trovarsi a bordo per vederli. Quello che gli spettatori possono osservare è solo la solidità della struttura, minimalista al primo sguardo, un profilo decisamente scultoreo e dal carattere straordinariamente forte. Le linee sono state disegnate semplici il più possibile per creare un senso di tranquillità e si fondono armoniosamente con i volumi, rendendo lo yacht immediatamente riconoscibile da lontano. Completano il disegno le elaborate superfici della sovrastruttura, quasi prive di spigoli. Grande importanza è stata data alla continuità delle finestrature, disposte effettivamente a filo (il distanziamento è di appena un millimetro). Altro dettaglio non di poco conto è stata la scelta di collocare le ancore sotto la linea di galleggiamento, pertanto non risultano visibili. Nel complesso, la minima quantità di dettagli esterni genera un’illusione ottica facendo perdere il senso delle proporzioni. Un minimalismo che sorprenderà gli ospiti una volta a bordo, dove potranno scoprire un’inattesa quantità di spazi esterni.
© Feadship
Per quanto riguarda gli interni, il vero effetto wow è assicurato all’ingresso del main deck, con l’atrio multilivello illuminato dall’alto dalla luce naturale proveniente dal sun deck, a cui si aggiungono le viste a cascata sul beach club in basso.
I cinque ponti di Pure offrono vasti spazi aperti, a partire dal sun deck completo di ampia Jacuzzi, camino da esterno, bar a mezza nave ed area pranzo a poppa con sedute disposte intorno ad un gigante skylight dalla forma ellittica.
L’owners’ deck, dispone di una lounge a poppa che si combina spettacolarmente con il grande atrio, permettendo all’armatore di camminare intorno alla struttura in vetro e osservare tutto il panorama. Il grande appartamento armatoriale è situato a prua, dove solitamente si troverebbe la plancia di comando. Oltre, sul ponte di prua, l’armatore può godersi l’aria aperta in una Jacuzzi privata, in quanto i due garage per i tender sono stati collocati al main deck.
Il main deck è un ambiente open space, con zone lounge e pranzo strategicamente posizionate per offrire le visuali migliori, con la zona di poppa aperta sulla piscina del lower deck, raggiungibile da due scale curve.
© Feadship
L’area del beach club è espandibile grazie a tre portelloni giganti a poppa e laterali. In aggiunta alla piscina a poppa, a mezza nave è sistemata una Jacuzzi retrattile con fondo in vetro.
Pure non dispone di una tradizionale plancia di comando al bridge deck. La conduzione dello yacht avviene da un centro di comando situato al lower deck, dove tutto viene simulato e visualizzato su schermi. Tutti i dati di radar, AIS, carte nautiche, ecoscandagli e videocamere vengono combinati tra loro e riprodotti utilizzando la realtà aumentata. Quando poi diventa davvero essenziale una visione reale, delle scale conducono direttamente ad una wing station sull’owners’ deck. Una seconda postazione guida è situata al sun deck, accessibile dalle scale centrali.
© Feadship
«Riconosciamo che il Command Centre è una proposta controversa che può portare alla riluttanza, ma queste soluzioni sono già diffuse su sottomarini e unità della Marina» afferma Bram Jongepier, specialista senior di De Voogt Naval Architects. «I superyacht sono realizzati per i loro armatori e molti preferiscono avere un appartamento rivolto verso la prua con viste panoramiche nell’ambiente dove normalmente trova posto la plancia di comando. Sistemare il ponte di comando più in alto impatta sul profilo. Il Command Centre è una soluzione fattibile e in Feadship la consideriamo un grande argomento di discussione nel nostro settore».
I progettisti hanno previsto per Pure tre differenti sistemi di propulsione che probabilmente saranno disponibili nei prossimi anni, con consegne stimate rispettivamente per il 2024, 2027 e 2030.
La prima soluzione utilizzerebbe un sistema ibrido diesel elettrico con banco di batterie e generatori. Le batterie consentiranno a Pure di navigare per 120 miglia nautiche con una sola ricarica. Distanze superiori potranno essere percorse con la propulsione diesel, con una autonomia di 7.000 miglia nautiche.
Se lo sviluppo tecnologico lo consentirà, nel 2027 Pure potrebbe avere un banco di batterie ibride e motori a metanolo. Anche se i motori a metanolo sono già in fase di sviluppo, si tratta di una soluzione che richiederebbe infrastrutture per il bunkeraggio di metanolo. Feadship si attende che nel giro di due anni saranno disponibili motori a doppia alimentazione in grado di funzionare sia a metanolo che a gasolio. Il metanolo permette di abbattere le emissioni, purtroppo è una soluzione che non premia l’efficienza, in quanto l’autonomia viene dimezzata.
La versione più avanzata, disponibile dal 2030, prevede celle a combustibile a metanolo con batterie, attualmente già disponibili sul mercato, ma il cui rendimento in termini di efficienza è inferiore rispetto ai motori diesel. Feadship sta comunque lavorando allo sviluppo di celle a combustibile a ossido solido, le quali consentirebbero maggiore efficienza e che secondo il cantiere consentirebbe un’autonomia di 5.000 miglia nautiche, in linea con un megayacht Feadship di 80 metri a propulsione diesel.