Cruise Market
JP Morgan pessimista sulle prospettive dell’industria crocieristica
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Joseph Greff, analista di JP Morgan, ha esaminato il settore dell’industria crocieristica ed i titoli delle compagnie quotate a Wall Street, i quali non lo hanno convinto sulle prospettive di crescita, sia dei ricavi che delle quotazioni, che hanno bassi valori e che hanno sottoperformato l’indice di settore (il Dow Jones Travel & Tourism Index in un anno ha perso il 4,5%).
Per Carnival, Royal Caribbean e Norwegian Cruise Line il rating di JP Morgan è neutral e l’ufficializzazione del dato ha fatto perdere ai titoli nella giornata di giovedì valori compresi tra il 2 e il 5%. E’ però interessante notare che venerdì tutti quanti si sono messi in luce con forti guadagni annullando la performance negativa del giorno precedente.
Presentiamo, più analiticamente, le considerazioni di JP Morgan, sia sul settore che sui singoli titoli.

IL SETTORE. Dopo aver analizzato vari aspetti, come la crescita del PIL, l’evoluzione della capacità delle navi, costi e investimenti, l’analista di JP Morgan ha dichiarato di non attendersi una significativa svolta nei fondamentali tra rendimenti netti / prezzi e che solo una ripresa del comparto potrebbe attirare gli investitori, risollevando di conseguenza le quotazioni. Inoltre Greff è dell’opinione che i dividendi saranno inferiori alle prossime stime degli analisti sell-side (gli analisti che operano per conto di società di intermediazione, broker o dealer la cui attività consiste nell’indirizzare le scelte di investimento dei loro clienti, NdR).

ROYAL CARIBBEAN.  I conti della compagnia probabilmente soffriranno per la riduzione dei ricavi netti provenienti dalle crociere commercializzate in Cina, che nel 2017 vedranno un aumento della capacità passeggeri di circa il 50%. Ad aggravare la situazione c’é la debolezza della domanda in Europa.
Per effetto di questi elementi l’analista di JP Morgan ha rivisto il rating sul titolo da overweight a neutral e il prezzo obiettivo da 96 a 73 dollari. Venerdì il titolo ha chiuso la seduta con un eccezionale progresso del 9,40% a 74,45 dollari, premiato dalla trimestrale che ha battuto le attese degli analisti, grazie all’aumento dei prezzi delle crociere nel Nord America e dalle maggiori entrate provenienti dalle spese di bordo. In un anno il titolo ha perso il 30% del suo valore.

NORWEGIAN CRUISE LINE.  Debolezza della domanda in Europa da parte della clientela nordamericana e di quella globale determinata dalla scelta di non tagliare le tariffe sono le cause che secondo Greff porteranno ad una contrazione dei margini. NCL è la compagnia con le maggiori potenzialità in termini di dividendo, ma anche quella più esposta ai rischi.
L’analista ha abbassato il rating da overweight a neutral e rivisto il prezzo obiettivo da 62 a 44 dollari. Venerdì le contrattazioni sono terminate registrando un brillante +7,08% e una quotazione di 38,24 dollari. Il giorno prima NCL aveva comunque perso oltre il 5% e alla compagnia guidata da Frank Del Rio spetta la peggiore performance:oltre il 40% di capitalizzazione persa.

CARNIVAL.  E’ il titolo meno depresso e la compagnia ha una minore esposizione verso il mercato europeo (noi non siamo dello stesso parere, brand come P&O Cruises, Costa Crociere o AIDA ci sembrano abbastanza esposti, NdR), bilancio e redditività solida, tendenze macroeconomiche sfidanti e l’obiettivo di aumentare i ricavi sui biglietti.
Ma tutto questo non è abbastanza per far cambiare opinione a JP Morgan, che conferma a neutral la sua visione sul titolo limando il prezzo obiettivo a 46 dollari dai precedenti 58. Venerdì il titolo ha chiuso le contrattazioni a 48,46 dollari, un progresso del 4,15%. In un anno il più grande gruppo crocieristico mondiale ha perso quasi il 13%.

Fonti: Cruise Industry News, media statunitensi del settore finanziario
Foto: Håkan Dahlström (CC BY 2.0)

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