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Norwegian Cruise Line Holdings ha espresso forti preoccupazioni riguardo la capacità del gruppo di resistere al difficile ed imprevisto scenario di crisi del settore crocieristico innescato dalla pandemia di coronavirus. La prolungata sospensione delle operazioni sta infatti avendo un impatto molto rilevante sulla salute finanziaria dell’azienda, rendendo necessario ma sempre più complicato il reperimento di capitali adeguati che compensino la drammatica riduzione di liquidità. E’ stata la sua società di revisione a riferire di avere “sostanziali dubbi” in merito alla capacità del terzo maggiore gruppo crocieristico al mondo di proseguire con le operazioni.
La compagnia si trova ora nella situazione di dover assolutamente recuperare liquidità sufficiente per scongiurare lo scenario peggiore, che significherebbe una completa riorganizzazione aziendale, anche ricorrendo a procedure fallimentari.
Per questo motivo Norwegian Cruise Line Holdings sta valutando una lunga serie di strategie mirate al miglioramento della propria posizione finanziaria, che prevedono sia il ricorso al credito che il taglio dei costi.
Entrando nello specifico, la compagnia punta a risparmiare circa 515 milioni di dollari attraverso una revisione delle spese per le operazioni navali, di cui circa 345 milioni provenienti da minori spese in conto capitale programmate per il 2020 relativamente alle unità in servizio, e 170 milioni derivanti dalla rimodulazione dei pagamenti per le nuove navi.
Sono stati identificati diversi programmi ed iniziative volte a ridurre i costi operativi per l’esercizio delle navi e per la vendita delle crociere, come pure le spese generali ed amministrative. Il contenimento dei costi coinvolgeranno l’approvvigionamento dei generi alimentari e del carburante, le spese assicurative, le tasse portuali e anche gli stipendi del personale attraverso una riduzione dell’organico durante la sospensione dell’attività.
Sono state già adottate iniziative per il contenimento delle spese, come la significativa riduzione o il rinvio delle spese per operazioni di marketing per la prima metà del 2020, il blocco delle assunzioni, la temporanea riduzione della settimana lavorativa con contestuale taglio del 20% degli stipendi del personale di terra, che dovrà anche rinunciare a rimborsi e viaggi normalmente pagati dall’azienda. La maggior parte delle navi della compagnia hanno fermato i motori per ridurre ulteriormente i costi durante il periodo di inattività.
Decisamente strategico per la sopravvivenza della compagnia è il programma di operazioni finanziarie. Il bisogno di liquidità ha portato all’ingresso nel capitale del fondo di private equity L Catterton, con un investimento di 400 milioni di dollari subordinato alla raccolta di almeno 1 miliardo di dollari da altri investitori. Le altre operazioni annunciate includono due emissioni di obbligazioni per complessivi 1,25 miliardi di dollari, di cui un bond da 600 milioni con scadenza 2024 ed uno convertibile da 650 milioni collocato tramite un’offerta riservata. La prima emissione offre un rendimento del 12,25%, incassando il rating “Ba2” di Moody’s, due gradini sopra il livello “spazzatura”. Per garantire l’operazione finanziaria la compagnia ha impegnato due isole private e due navi della flotta. Altre entrate, fino ad un massimo di 400 milioni di dollari, potrebbero provenire dalla vendita di azioni in portafoglio.
Si tratta, complessivamente, di operazioni che consentirebbero all’azienda di ricavare circa 3 miliardi di liquidità aggiuntiva, capitali che le consentirebbero di rafforzare la posizione finanziaria garantendole di resistere a sospensioni dell’attività anche superiori ai 12 mesi.
Norwegian Cruise Line Holdings si attende di chiudere il trimestre in perdita, così come per l’anno. Attualmente la direzione non si esprime sulla data della ripresa delle operazioni e prevede che la domanda di crociere potrebbe rimanere debole per un periodo di tempo significativo.
Nella foto di copertina: Norwegian Bliss. Photo credit: Norwegian Cruise Line