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Era una fredda notte del novembre 2006. La Island Escape navigava risalendo la penisola italiana, quando Micki Kanesaki uscì sul ponte per una passeggiata. Poi si persero le sue tracce. Scattarono le ricerche dell’equipaggio per trovare la donna, senza esito. Poi, qualche giorno più tardi, sulla costa calabrese, venne rinvenuto il suo corpo. I segni intorno al collo non lasciarono dubbi sulla causa della sua morte: strangolata e gettata in mare.
Sembra una storia tratta da un romanzo, magari un libro preso dalla biblioteca della nave su cui viaggiamo. Invece è pura realtà. Una storiaccia che racconta di un delitto quasi perfetto, le cui indagini porteranno soltanto anni più tardi ad identificare l’attore del delitto, incastrando il marito. Questa volta il responsabile è stato consegnato alla giustizia. Ma sono moltissimi i casi di delitti irrisolti.
Come, ad esempio, il caso di una coppia americana, che si trovava bordo della Ryndam per una crociera ai Caraibi. I loro corpi esanimi sono stati scoperti nell’agghiacciante scenario di una cabina imbrattata di sangue. L’arma del delitto, il movente e la tempistica rimangono un mistero. Per gli inquirenti si è trattato di un caso di omicidio-suicidio.
Parlando di suicidi la situazione peggiora ulteriormente, un fenomeno ancora più grave e incomprensibile. Ogni anno sono troppe le persone che scelgono la crociera come ultimo viaggio. La dinamica è sempre la stessa: una caduta in mare, la quale non avviene mai per incidente. Chi finisce in acqua lo fa o di sua spontanea volontà o per quella di qualcun altro.
Un fenomeno che coinvolge sia passeggeri che membri dell’equipaggio, a volte figure insospettabili, come la ballerina sudafricana Linda Heydenrych degli Afroarimba Dancers che lavorava a bordo di Costa Favolosa, la quale, anziché esibirsi a teatro, ha preferito gettarsi senza un apparente motivo nelle acque della Turchia.
Non è chiaro quanti siano effettivamente i suicidi. Insider del settore riferiscono di numeri ben superiori ai dati ufficiali, che restano ben celati dalle compagnie per il timore di un danno di immagine. Tra incidenti, omicidi, suicidi e misteriose sparizioni, si arriva ad un numero impressionante di vittime e di casi irrisolti.
Kendall Carver ha perso sua figlia Merrian a bordo della Celebrity Mercury, durante una crociera in Alaska. E’ scomparsa nel nulla e i suoi effetti personali non sono mai stati restituiti alla famiglia. Sono stati dati in beneficienza, o almeno così gli è stato riferito. La prima persona ad accorgersi della scomparsa di Merrian è stato il cabinista, il quale ha informato quasi subito il suo superiore dell’accaduto, ricevendo come risposta di non preoccuparsi e di continuare con il suo lavoro. Le autorità non furono allertate, è stato il cabinista a denunciare il fatto alla polizia una volta raggiunto il porto.
Disperato e frustrato per i misteri che avvolgono la scomparsa di sua figlia, dal 2004 il signor Carver vive cercando la verità. Questo lo ha portato, due anni più tardi, a fondare l’associazione ICV (International Cruise Victims), che raccoglie un sempre più ricco e drammatico archivio di vittime delle crociere. Ad oggi i loro iscritti provengono da 24 nazioni del mondo. L’associazione è riuscita, alla fine, a fare pressione sul governo americano, al punto da far approvare il Cruise Vessel Security and Safety Act, una legge che permette una maggiore sicurezza in crociera. Tra i provvedimenti previsti, la dotazione di sistemi per rilevare automaticamente una caduta dalla nave allertando il ponte di comando, e l’obbligo di informare le autorità giudiziarie di scomparse o di delitti commessi a bordo entro quattro ore dal fatto, indipendentemente dalla regione geografica o da dove la nave è registrata. Una importante forma di tutela, ma valida solo per i cittadini americani. L’associazione si sta battendo per esportare l’atto anche in Europa. Secondo Carver, nel business delle crociere vi è una carenza di responsabilità, complice il carattere dell’extraterritorialità che rende più difficili le indagini, la cui giurisdizione è legata al paese in cui la nave è registrata.
Anche Rebecca Coriam, animatrice della Disney Wonder, è un’altra ad essere sparita nel nulla. Eppure, anche mesi dopo la sua scomparsa, dal suo conto corrente venivano prelevati contanti. Un caso che desta molti sospetti, ma il tribunale di Nassau, ovvero dove la nave è registrata, non ha ritenuto necessario procedere con le indagini.
La madre di Rebecca avverte i crocieristi di non abbassare i propri livelli di controllo e difesa mentre si godono quell’ambiente fatto di tanto relax e allegria. Tra tremila o quattromila persone a bordo, non si può mai sapere in che tipo di persone ci si può imbattere.
Anche se spesso non si conclude con la perdita di una persona, ricordiamo che il crimine più frequente sulle navi da crociera sono le aggressioni sessuali. Più di un terzo delle vittime sono minorenni.
Purtroppo dietro al mondo dorato delle crociere, fatto di incantevoli panorami, buona cucina, fasti e feste, si celano anche tante brutte storie, spesso avvolte da fitti misteri. Con la forte espansione dell’industria crocieristica, l’introduzione di una regolamentazione internazionale diventa una necessità sempre più urgente.